L’Assistenza Primaria in Italia dal 1943 al 2023: dal medico generico alle CdC

Book Cover: L’Assistenza Primaria in Italia dal 1943 al 2023: dal medico generico alle CdC

Articolo di Vittorio Mapelli pubblicato su Politiche sanitarie 2024 N. 25 (3-4) che ricostruisce l’evoluzione dell’Assistenza Primaria da quando fu introdotta nel 1943 ad oggi attraverso:

  • l’analisi degli accordi contrattuali tra i sindacati medici, l’INAM e lo Stato;
  • la divisione dei ruoli e la creazione di nuove figure mediche;
  • l’evoluzione numerica dei medici di assistenza territoriale;
  • l’emergere difficile di nuove forme organizzative (medicina di gruppo, case della salute);
  • il confronto con i modelli libero-professionale o di dipendenza di altri paesi europei (Francia, Germania, Regno Unito, Finlandia, Spagna);
  • il funzionamento delle strutture multiprofessionali in alcuni paesi europei e regioni italiane
  • i profondi cambiamenti nell’assistenza primaria indicati dal PNRR-M6.C1 e dal 77/2022, che devono confluire negli accordi collettivi tra lo Stato e sindacati medici e trovare attuazione da parte delle regioni e delle Asl.

Nelle conclusioni l'articolo avanza alcune proposte di breve e di lungo periodo.

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Indice
  1. Introduzione
  2. Il groviglio dell’assistenza distrettuale
  3. Alle origini della medicina generica
  4. L’evoluzione della medicina di base
    1. Gli accordi collettivi dall’INAM al SSN di oggi
    2. La formazione specifica in medicina generale
    3. Le tre linee evolutive - Le aggregazioni funzionali territoriali (AFT) - Le unità complesse di cure primarie (UCCP)
    4. L’apertura degli ambulatori
  5. I numeri dell’assistenza primaria
  6. I tre modelli di assistenza primaria in Europa
  7. Le case della salute in alcuni paesi europei e in Italia
  8. Le case della comunità (2022-2026)
  9. Libera professione o dipendenza?
  10. Conclusioni e proposte

10 punti chiave per il rilancio della sanità pubblica

Book Cover: 10 punti chiave per il rilancio della sanità pubblica

Documento:

  • nato dal lavoro congiunto delle oltre 130 associazioni che aderiscono all’appello “Non possiamo restare in silenzio. La società civile in difesa della sanità pubblica
  • per riaffermare valori e indirizzi comuni e individuare gli elementi fondamentali per il rilancio del SSN
  • per unire le tante forze che, in tutte le regioni, non vogliono arrendersi al declino del SSN
  • per chiedere un  impegno ai decisori e alle forze politiche
  • articolato nelle sezioni:
    • I 10 punti chiave
    • Il rilancio del SSN
    • L’Autonomia differenziata fa male alla tutela della salute
  • reso pubblico il 16 aprile 2025.

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Per sottoscrivere l'Appello: inviare una mail a salutedirittofondamentale@gmail.com indicando la propria qualifica e adesione all’appello “La società civile per la sanità pubblica”


Eventi e pubblicazioni:


I 10 punti chiave per il rilancio della sanità pubblica e contro l'autonomia differenziata delle Regioni
  1. Il declino del Ssn non è irreversibile. Il secondo pilastro - l’assistenza cosiddetta “integrativa” dei fondi e delle assicurazioni -non è la soluzione. Servono scelte coerenti con il dettato costituzionale, le priorità espresse dalla popolazione e le evidenze scientifiche.
  2. Il Ssn deve poter contare su risorse adeguate, per garantire il diritto “incomprimibile” alla salute, ridurre gli enormi divari rispetto ai principali paesi europei e colmare quelli al suo interno, ridare fiducia (e risposte) alla popolazione. Deve recuperare capacità di programmazione, indirizzo e controllo a tutti i livelli di governo e potenziare la produzione e l’erogazione diretta di servizi e percorsi di cura da parte delle strutture pubbliche, riducendo progressivamente il ricorso a erogatori privati.
  3. Le risorse devono essere destinate agli ambiti prioritari di intervento, in primo luogo al personale del Ssn di tutti i livelli, alla prevenzione, alle cure primarie e alla domiciliarità in particolare per le persone non autosufficienti e con disabilità.
    Le politiche del personale non possono continuare ad essere soggette a tetti di spesa anacronistici e causa di effetti perversi fin troppo noti. È necessario adeguare dotazioni e remunerazioni, migliorare le condizioni di lavoro, promuovereformazione e opportunità di crescita professionale e di carriera.
  4. I fondi sanitari devono essere riorientati all’interesse generale, prevenendo la creazione di iniquità ed inefficienze, limitando le agevolazioni fiscali ai fondi realmente integrativi e preservando il loro carattere non lucrativo anche nella gestione delle quote versate.
  5. È necessario lo sviluppo e una solida riorganizzazione delle Cure Primarie, articolata per Distretti sociosanitari, per un’assistenza di prossimità, contro l’epidemia di cronicità, che si prenda effettivamente cura delle persone in modo integrato e proattivo, con la partecipazione della popolazione attraverso le Case della Comunità e il governo del Distretto.
    L’attuazione della riforma dell’assistenza per le persone non autosufficienti non può essere ulteriormente rinviata: adeguare il finanziamento del Fondo per la non autosufficienza, garantire il governo pubblico di tutti gli interventi, dare effettiva priorità alla domiciliarità e superare i pesanti limiti della sperimentazione universale.
  6. Il governo dell’assistenza farmaceutica richiede la regolare revisione di prezzi e farmaci a carico del Ssn, l’adozione di rigorosi criteri per la valutazione dei farmaci innovativi, la promozione dell’appropriatezza nella prescrizione e nel consumo. È necessario sostenere a livello europeo la creazione di una infrastruttura pubblica per la ricerca e la produzione di farmaci e vaccini.
  7. One Health: la salute in tutte le politiche, per contrastare i determinanti sociali e commerciali della salute; potenziare la tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro; attivare azioni mirate ai rischi ambientali legati all'inquinamento e ai cambiamenti climatici.
  8. La sentenza della Corte costituzionale n. 192 del novembre 2024 sull’autonomia differenziata ha avuto un “massiccio effetto demolitorio” nei confronti della legge Calderoli.
    Il modello deve essere necessariamente di tipo “cooperativo” (e non duale) e deve tener conto dei principi inderogabili di solidarietà, perequazione, unitarietà delle politiche, parità del diritto all’accesso.
    Non si possono trasferire interi blocchi di materie o ambiti di esse, ma solo singole funzioni e solo dopo un’approfondita istruttoria che evidenzi i benefici recati alla collettività̀ (e non alla singola regione).
    I Lep devono essere adeguatamente finanziati a garanzia dei diritti fondamentali in tutto il territorio nazionale. Le materia “No Lep” semplicemente non esistono.
  9. La sanità deve essere esclusa dall’Autonomia Differenziata.
  10. Dopo la sentenza 192/2024 è fondamentale il ruolo del Parlamento. Promuovere una proposta di legge per una corretta interpretazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

LEPS: Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali

Book Cover: LEPS: Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali
  • Sono prestazioni che ogni Ambito Territoriale Sociale è tenuto a garantire.
  • La legge di bilancio 2022 ha definito una serie di interventi nell'ambito dei LEPS, che ricadono sotto il nuovo capitolo “Percorso assistenziale integrato”.

Un quadro della situazione, aggiornato ad aprile 2025, viene fornito da una serie di articoli di Franco Pesaresi, pubblicati su Welforum.it. Attraverso schede e valutazioni ricostruisce il panorama che si è avviato e che dovrà essere integrato e completato:

Contributi di approfondimento

Nota di inquadramento (di Franco Pesaresi)

Con oltre 20 anni di ritardo rispetto ai LEA sanitari si comincia a parlare anche dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS).

Non c’è mai stato un decreto organico che abbia individuato tutti i Livelli essenziali per il settore dell’assistenza sociale; c’è stata, invece, una serie di disposizioni settoriali distribuite in una pluralità di leggi e decreti nell’arco di un decennio dal 2013 al 2023. Alla fine del 2024 erano stati individuati puntualmente sedici prestazioni qualificate come livelli essenziali delle prestazioni ma molti altri sono attesi in futuro.

Si tratta, come si può ben comprendere, di un tema importantissimo per l’organizzazione dei servizi locali e per la definizione dei diritti dei cittadini con particolare riferimento a quelli più fragili. Inoltre i primi LEPS individuati sono indispensabili per la realizzazione di una buona integrazione sociosanitaria perché comprendono, solo per fare qualche esempio, l’assistenza domiciliare sociale, le dimissioni protette, il percorso di accesso integrato ai servizi ecc.

Naturalmente si tratta solo dell’avvio di un percorso che era atteso da tempo a cui manca però il quadro di contesto per poter essere efficace. Per far funzionare il sistema dei LEPS in un settore ancora fragile come quello sociale occorrono alcuni elementi indispensabili, oggi assenti o incompleti, come la garanzia di un finanziamento pubblico adeguato, come l’individuazione degli Obiettivi di servizio per i singoli LEPS e, ovviamente, un sistema di monitoraggio e verifica per garantire l’attuazione dei LEPS.

Mi Prendo Cura Di Te

Giovani Caregiver / Young Carers

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Progetto Giovani Caregiver

Come nasce?

Il progetto Giovani Caregiver della Città metropolitana di Bologna

Chi sono i Young Carers?

  • I Giovani Caregiver, riconosciuti in letteratura come “Young Carers”, sono bambini e ragazzi di età inferiore ai 18 anni impegnati regolarmente nel fornire cure o forme di sostegno informali a familiari con disabilità, con una malattia cronica o altre condizioni che necessitano di assistenza
  • In Italia si stima che nel 2020 il 6,6% dei giovani tra i 15 e i 24 anni presti cura a un proprio familiare con un livello di responsabilità che compete ad un adulto, un dato raddoppiato rispetto al 2015 (Istat 2020)

Le difficoltà

  • tali numeri indicano solo una parte di una realtà sommersa ben più ampia
  • ad oggi mancano strumenti volti ad individuare i giovani e giovanissimi che prestano attività di assistenza all’interno del proprio contesto familiare
  • difficilmente tali giovani vengono riconosciuti  o si riconoscono “caregiver”, né considerati soggetti attivi della rete di cura
  • L’esperienza di questi ragazzi e ragazze risulta pertanto fortemente impegnativa, faticosa, stressante e totalizzante, incidendo negativamente sullo sviluppo della propria vita e crescita personale

Obiettivi del progetto

  1. costruire un sostegno ampio per i/le giovani caregiver: una “presa in carico comunitaria”, ossia una sperimentazione incentrata sullo sviluppo di azioni capaci di coinvolgere la società a più livelli
  2. rafforzare le politiche di welfare rivolte alle fragilità giovanili e alle vulnerabilità sociali
  3. sensibilizzare le comunità professionali (sociali, sanitarie, scolastiche ed educative), richiamando un approccio proattivo e di iniziativa volto a riconoscere i bisogni di salute e i fattori di rischio dei/delle giovani caregiver
Azioni di progetto
Il progetto Giovani Caregiver della Città metropolitana di Bologna ha coinvolto le scuole, i servizi sociali e sociosanitari in attività di carattere sovradistrettuale e distrettuale così articolate:

1) la somministrazione, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, del questionario MACA-YC18 Multidimensional Assessment of Caring Activities (Becker, Becker et al., 2012), dal quale emerge che il 13,3% dei ragazzi e ragazze che hanno compilato il questionario sono giovani caregiver e presentano un elevato carico di cura

2) sono stati avviati, a partire dal 2022, gruppi di lavoro locali per sviluppare strumenti di presa in carico e azioni sperimentali differenziate per i singoli contesti, quali:  strumenti di osservazione dei bisogni dei/delle giovani caregiver, una mappatura delle risorse comunitarie e modalità di segnalazione/presa in carico comunitaria di giovani caregiver

3) la creazione di una Cabina di Regia ( Steering Committee ) al quale Città metropolitana ha affidato il progetto, con l’obiettivo di analizzare congiuntamente dati, strumenti, modalità di realizzazione e future azioni possibili.

Di seguito è disponibile il Toolkit contenente gli strumenti operativi di osservazione e di presa in carico di giovani caregiver elaborati nel corso del progetto, insieme ai materiali formativi degli eventi realizzati.

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