Termine del Glossario per l’Assistenza Primaria proposto da Sara Tancredi e Francesca Martella, corsiste del Master in “Esperto di assistenza integrata di comunità e di famiglia in ambito sanitario” presso l’Università di Parma.

 

Definizione

I consultori familiari sono strutture socio-sanitarie, pubbliche o private convenzionate  con l’Azienda Sanitaria Locale, nate per rispondere alle varie esigenze e bisogni della famiglia, della donna, della coppia, dell’infanzia e dell’adolescenza.

Le attività svolte e i servizi erogati sono organizzati in équipe, dove un gruppo di professionisti specializzati in diversi settori collaborano tra loro al fine di aiutare i cittadini, garantendo la tutela della salute.

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Di cosa si occupa e quali sono gli scopi che persegue il consultorio familiare?

Il 29 Luglio 1975 la Legge Nazionale N. 405 istituisce i consultori familiari e, all’art.1, ne individua gli scopi:

  • Dare informazioni e consulenze per la procreazione responsabile;
  • Prescrivere contraccettivi orali e applicare contraccettivi meccanici;
  • Fornire assistenza psico-sessuale;
  • Fornire informazioni per la prevenzione di rischi genetici e per il controllo della gravidanza a rischio;
  • Fornire informazioni sulla sterilità della coppia;
  • Somministrare procedure per l’interruzione volontaria di gravidanza (I.V.G.), dando supporto medico e psico-sociale (anche per i minorenni);
  • Fare prevenzione dei tumori della sfera genitale femminile (pap-test, visite al seno e tecniche dell’autoesame);
  • Monitorare la gravidanza e attuare corsi di preparazione alla nascita;
  • Ecografia ostetrico-ginecologica;
  • Cardiotocografia (CTG);
  • Colposcopia;
  • Fornire consulenza psicologica e sociale;
  • Fornire procedure per l’espletamento delle pratiche di adozione (nazionali e internazionali);
  • Affidamento familiare dei minori;
  • Interventi sociali sul territorio per la prevenzione del disagio giovanile, della coppia e della famiglia;
  • Dare sostegno alla genitorialità;
  • Fare prevenzione dei fenomeni di maltrattamento e abuso sessuale a danno dei minori;
  • Fare richiesta dei test HIV secondo le procedure dettate dalle vigenti normative in materia.

La multidisciplinarità delle aree di intervento del consultorio familiare (definite da numerose leggi nazionali e regionali) ha la finalità di guardare alla persona in modo olistico al fine di promuovere la salute sessuale, riproduttiva e relazionale del singolo, della coppia e della famiglia, e di garantire l’applicazione della Legge N.194 del 1978 (I.V.G) , attraverso interventi socio sanitari realizzati anche in collaborazione con gli Enti e le Istituzioni locali, le Associazioni di volontariato, i coordinamenti aziendali di educazione alla salute.

Legislazione regionale e provinciale relativa all’istituzione dei consultori familiari

Piemonte L.R. 9 luglio 1976, n. 39

Valle d’Aosta L.R. 11 novembre 1977, n. 65; L.R. 21 luglio 1980, n. 28

Lombardia L.R. 6 settembre 1976, n. 44

P. A. di Bolzano L.P. 17 agosto 1979, n. 10; L.P. 12 agosto 1982, n. 28

P.A. di Trento L.P. 29 agosto 1977, n. 20; L.P. 16 agosto 1982, n. 13

Veneto L.R. 25 marzo 1977, n. 28       

Friuli Venezia Giulia L.R. 22 luglio 1978. n. 81; L.R. 23 aprile 1979, n. 18

Liguria L.R. 2 settembre 1976, n. 26

Emilia Romagna L.R. 19 giugno 1976, n. 22

Toscana L.R. 12 marzo 1977, n. 18

Umbria L.R. 1 settembre 1977, n. 54

Marche L.R. 31 marzo 1977, n. 11

Lazio L.R. 16 aprile 1976, n. 15

Abruzzo L.R. 26 aprile 1978, n. 21

Molise L.R. 13 novembre 1978, n. 28

Campania L.R. 8 agosto 1977, n. 44

Puglia L.R. 5 settembre 1977, n. 30

Basilicata L.R. 24 gennaio 1977, n. 7; L.R. 3 gennaio 1980, n. 1

Calabria L.R. 8 settembre 1977, n. 26

Sicilia L.R. 24 luglio 1978, n. 21

Sardegna L.R. 8 marzo 1979, n. 8

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Quali sono le figure professionali che vi operano?

  • Ginecologo;
  • Ostetrica;
  • Infermiere e/o assistente sanitario;
  • Psicologo;
  • Assistente sociale;
  • Consulenti familiari e di coppia;
  • Mediatori familiari;
  • Sessuologo;
  • Avvocato

Tutte queste figure professionali si fanno carico delle varie problematiche presentate dagli utenti, svolgendo il loro servizio in volontariato. Tali professionisti, pur nella propria specificità professionale, attuano percorsi centrati su atteggiamenti e tecniche di accoglienza, ascolto e auto-ascolto, che tendono a valorizzare la persona nella sua totalità. Inoltre essi si avvalgono di metodologie scientifiche che agevolano i singoli, la coppia e il nucleo familiare nelle dinamiche relazionali, al fine di mobilitare risorse interne ed esterne per le soluzioni possibili oltre che per agevolare la collaborazione di altri professionisti, dove questa sia necessaria.

Tutti gli operatori agiscono nel rispetto di etiche morali delle persone e sono tenuti al segreto professionale.

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Quali sono le modalità di accesso?

Al consultorio familiare vi possono accedere tutte le persone indipendentemente dal luogo di residenza, dalla cittadinanza e dalle convinzioni religiose o politiche personali.

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Quali sono i criteri di autorizzazione/accreditamento? 

Il D.P.R. 14.01.1997 “Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private” enuncia i requisiti strutturali, impiantistici, tecnologici e organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private. Ciò vale anche per i Consultori familiari. Il possesso dei requisiti minimi è quindi alla base della autorizzazione/accreditamento istituzionale della struttura ad esercitare l’attività. Il Progetto Obiettivo Materno Infantile (POMI) è poi entrato più nel dettaglio di quanto in maniera veramente minimale il D.P.R. prevede per il Consultorio familiare. L’accreditamento istituzionale deve concorrere al miglioramento della qualità delle strutture sociosanitarie e sociali del sistema sanitario, in particolare quelle dei consultori familiari pubblici realizzando il percorso per migliorare, con il possesso dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, l’efficienza, l’efficacia, la sicurezza, l’accessibilità, l’umanizzazione, l’aggiornamento, in una parola, la qualità dei servizi dei consultori. La tabella sottostante mostra le singole risposte fornite dalle Regioni in materia di accreditamento, a distanza di oltre 10 anni dall’emanazione del D.P.R.

Alcuni dei servizi (in campo psicologico può accadere per le strutture riabilitative, quelle psichiatriche, i centri per tossicodipendenti) possono non essere gestiti direttamente dall’Ente pubblico, ma da privati riconosciuti e accreditati dalla Regione e dall’ASL.

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Quali sono le modalità di remunerazione e qual è la partecipazione alla spesa da parte dell’assistito?

Le modalità di remunerazione e la partecipazione alla spesa da parte dell’assistito avvengono attraverso il pagamento dei ticket di quota fissa per le prestazioni erogate (ecografie, prelievi, visite ecc..) ed esenzioni nelle prestazioni come colloqui di valutazione, di mediazione, di accoglienza, di sostegno, interventi di psicoterapia e di consulenza.

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In quali grandi categorie di assistiti è coinvolto il consultorio familiare?

Al consultorio familiare vi fanno ricorso diverse categorie di assistiti, tra questi ritroviamo i giovani adolescenti, che in uno dei momenti più critici della loro vita si ritrovano a dover fronteggiare varie problematiche, infatti è proprio per questo che all’interno di tali strutture sono stati realizzati appositi servizi, come “SPAZIO GIOVANI”, interamente dedicato alle ragazze e ai ragazzi dai 14 ai 20 anni, che vi accedono per trovare soluzioni ai disagi e spesso, o quasi sempre, colmare il loro senso di inadeguatezza.

Gli “Spazi giovani”, in collaborazione con altri servizi della USL, con enti ed istituzioni del territorio (Comuni, scuole, centri di aggregazione sportiva e ricreativa, associazioni, ecc..) hanno realizzato all’incirca 19 progetti di educazione alla salute rivolti ai giovani e agli adulti di riferimento (insegnanti, genitori, educatori, allenatori sportivi, ecc..).

I progetti offerti sono: Educazione socio-affettiva, educazione sessuale, prevenzione AIDS e malattie sessualmente trasmesse, educazione alimentare, prevenzione dell’uso di sostanze, ecc..

Inoltre al consultorio familiare vi fanno ricorso persone con problemi psico-sociali, che cercano aiuto, consulenza e sostegno, al fine di risolvere differenti problematiche ad esempio familiari, per far sì che si vadano a migliorare le abilità comunicative, la capacità di far fronte agli eventi critici e la possibilità di riconoscere e utilizzare le risorse della coppia stessa.

Inoltre vengono attuati interventi di prevenzione, formazione, consulenza e psicoterapia focale breve per minori con problemi psicologici-relazionali-comportamentali, attraverso attività diagnostica, sostegno psicologico al minore a consulenza ai genitori.

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Quali sono gli strumenti di integrazione utilizzabili?

Tra i vari strumenti di integrazione che il consultorio familiare utilizza troviamo il PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale), ossia intervento complesso basato sulle migliori evidenze scientifiche, caratterizzato dall’organizzazione del processo di assistenza per gruppi specifici di pazienti, come nel caso delle donne in gravidanza, le quali vengono seguite dal momento della positività della gravidanza fino all’ultima visita ginecologica post parto.

Le figure professionali coinvolte sono :

  • Medico specialista ostetrico-ginecologo;
  • Ostetrica;
  • Equipe consultorio familiare (Psicologa, assistente sociale);
  • Mediatore culturale;
  • Infermiera;
  • Medico di medicina generale

Nel puerperio si aggiungono

  • Medico pediatra;
  • Assistente sanitaria;
  • Fisioterapista/Neuropsicomotricista

Altro strumento di integrazione utilizzato nei consultori familiare è il PAI (piano assistenziale individualizzato), ossia il documento di sintesi che raccoglie e descrive in un’ottica multidisciplinare la valutazione di ciascun ospite, con lo scopo di dare l’avvio a un progetto di assistenza e cura, che abbia come obiettivo il benessere dell’ospite.

La prima accoglienza nell’area psicologica viene svolta dallo psicologo attraverso un ascolto attento delle singole situazioni, del problema portato e dei bisogni sottostanti, esso informa gli utenti sul modo in cui nel Consultorio ci si può occupare di loro.

Dopo una fase di definizione della domanda viene compilato un piano di assistenza individuale (P.A.I.), condiviso con l’utente, nel quale si esplicitano gli interventi e gli obbiettivi della presa in carico. Sulla base di questo piano si avvia un percorso di sostegno e accompagnamento, secondo la normativa regionale che prevede un numero massimo di interventi per ogni tipologia di prestazione. Non sono di competenza del Consultorio problematiche che rientrano nella sfera della psichiatria, delle dipendenze, della disabilità e i disturbi nell’area dell’apprendimento. La lista d’attesa viene gestita in base all’ordine cronologico della richiesta.

L’accoglienza nell’area sanitaria è effettuata dall’ostetrica, mediante colloquio telefonico o personale durante l’orario di ricevimento. La lista d’attesa viene gestita in base all’ordine cronologico della richiesta, salvo casi di particolare urgenza (richieste IVG, contraccezione d’emergenza, gravidanze in stato avanzato). Al momento dell’accesso in Consultorio viene consegnata la presente Carta dei Servizi, inoltre viene richiesto il consenso al trattamento dei dati personali. Le prestazioni vengono effettuate nel rispetto della persona e dei suoi diritti, secondo le norme relative al rispetto della privacy e seguendo le indicazioni del Codice Etico, approvato dall’Assemblea dei Soci in data 30 marzo 2012 e dal Consiglio Direttivo in data 23 maggio 2012. La soddisfazione degli utenti e degli operatori è monitorata attraverso la raccolta anonima di dati relativi al gradimento delle prestazioni e del trattamento ricevuto, i risultati vengono resi pubblici ad intervalli regolari. E’ inoltre possibile segnalare i disservizi, le problematiche e le inadempienze attraverso un apposito modulo dei reclami disponibile in segreteria. Le segnalazioni vengono inoltrate al Direttore che provvede a dare un riscontro agli interessati. Gli utenti hanno diritto di ottenere una copia della propria cartella clinica, compilando un modulo di richiesta motivata a disposizione in segreteria. Il Direttore ha la responsabilità di sovraintendere alla funzione della consegna, che avviene entro un tempo massimo di 30 giorni, al costo di €15,00 IVA inclusa. L’utente che voglia disdire un appuntamento è pregato di farlo con un preavviso di almeno 24 h.

Vengono inoltre utilizzati i cosiddetti sistemi informativi, che  monitorano l’attività e le caratteristiche dell’utenza dei consultori familiari pubblici presenti sul territorio regionale. La costruzione del nuovo sistema informativo nasce dall’esigenza di disporre di un sistema di dati informatizzati, su base individuale, che consenta, oltre ad analisi finalizzate alla valutazione, programmazione e gestione dei servizi consultoriali, la possibilità di integrazione con altre banche dati sanitarie, al fine di ricostruire, nel rispetto delle attuali norme vigenti sulla privacy, i percorsi assistenziali degli utenti.

I servizi oggetto della rilevazione comprendono, oltre ai Consultori familiari propriamente detti, gli Spazi giovani e gli Spazi donne immigrate e loro bambini, mentre non rientrano nella rilevazione le attività di consultorio pediatrico. Le informazioni raccolte con il flusso informativo riguardano sia le caratteristiche socio-demografiche degli utenti che le specifiche sulle prestazioni erogate, distinguendo tra prestazioni individuali e prestazioni rivolte a gruppi di persone (per le quali non vengono raccolti dati sui singoli utenti).

Le specifiche tecniche del flusso informativo sono definite dalla Circolare n.13 del 8/8/2011, consultabile nelle pagine della Documentazione del portale. Un quadro complessivo dell’assistenza consultoriale è offerto dalla sezione dedicata, consultabile nel portale del Servizio sanitario regionale.

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