Indagine conoscitiva COVID19 nella provincia di Bergamo

Indagine promossa dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Bergamo e coordinata da Roberto Buzzetti, socio fondatore di APRIRE, in collaborazione con Paola Pedrini, Ivan Carrara e Tiziano Gamba.

Il contesto e l’obiettivo

È noto come la prevalenza e l’incidenza della patologia COVID19 siano con tutta probabilità largamente sottostimate per i vari motivi, in primis la mancanza di esecuzione di test a tappeto.

Con questa indagine ci siamo proposti di avere un’idea, anche approssimativa, della reale frequenza della patologia da COVID19 nella popolazione della provincia di Bergamo.

Abbiamo per questo richiesto ai Medici di Medicina Generale (MMG), contattati tramite posta elettronica, di estrarre dagli archivi dei loro assistiti le informazioni relative a:

  1. numero di assistiti,
  2. numero di casi di COVID
  3. quanti casi COVID seguiti a domicilio, quanti ricoverati, quanti guariti e quanti deceduti,

indicando inoltre la suddivisione in sue classi di età (meno o più di 65 anni).

Punti di forza e di debolezza

L’originalità di questa indagine sta nell’avere considerato come affetti da COVID19 i soggetti che presentavano i sintomi tipici, anche in assenza di tampone. Si tratta probabilmente del primo sondaggio in Italia a livello di popolazione, mentre fino ad ora abbiamo sempre sentito parlare della malattia dal punto di vista dell’ospedale.

Purtroppo, come è insito in questo tipo di indagini, si soffre di una non sempre ottimale qualità dei dati, soprattutto per problemi di tempo (i colleghi erano evidentemente impegnati nel fronteggiare la pandemia!) che implica un certo grado di imprecisione delle stime.

Un altro problema deriva dalla non perfetta casualità del campione: si presume infatti che i medici impegnati nelle zone a maggior patologia siano anche quelli meno propensi a rispondere, sempre per problemi di tempo, stanchezza o addirittura non buona salute. In particolare, appaiono meno rappresentati i MMG operanti in Val Seriana, area particolarmente colpita dall’epidemia.

Il nostro studio riguarda soltanto soggetti adulti (età > 14 anni) e sono esclusi gli ospiti delle Residenze Socio Sanitarie. in quanto non più in carico al MMG.

Risultati principali

Hanno risposto alla nostra indagine 65 medici di famiglia, pari al 10 per cento circa dei medici interpellati, sparsi per tutta la provincia, per un totale di oltre 96.000 assistiti (70% circa di età compresa tra 14 e 65 anni e 30% con età uguale o superiore a 65 anni). Questo numero di rispondenti, pur rappresentando una ridotta percentuale dei medici in attività, è più che sufficiente per una buona precisione delle stime. A priori ci saremmo accontentati di 20-40mila assistiti.

Alla data del 4 Aprile 2020 i dati, riferiti dal campione di medici indicano che il 6.7% dei pazienti assistiti (con lievi variazioni tra le due classi di età) hanno in atto o hanno avuto l’infezione da COVID19, compresi guariti e deceduti, mentre secondo i dati ufficiali (limitati a chi ha eseguito un tampone) sono lo 0,86%.

Tenendo conto anche della composizione per età, possiamo stimare per la popolazione provinciale un numero totale di 64.461 persone con COVID19, con un margine di errore di +/- 1.750 casi (IC 95%).

Su un numero più limitato di MMG  (53.000 assistiti)  che hanno potuto fornire tutti i dati completi abbiamo ricavato le seguenti stime per la popolazione provinciale (età>14 anni):

  • ricoverati: in media lo 0,2% degli assistiti che corrisponde, rapportato alla popolazione provinciale, ad una stima di 2.282 ricoveri dall’inizio dell’epidemia;
  • assistiti a domicilio: 1,8%, che corrisponde ad una stima di 17.431persone in isolamento domiciliare sulla popolazione provinciale;
  • guariti: 2,4% che corrisponde ad una stima di 22.822  persone sulla popolazione provinciale;
  • deceduti: sono in media lo 0,3%. In particolare, le persone con età inferiore a 65 anni hanno una mortalità dello 0,04% (4 casi su 10.000 assistiti) mentre al di sopra dei 65 anni si registra l’ 1,2% di mortalità. Proiettato sulla popolazione generale questo si traduce in 3.019 deceduti in seguito all’infezione COVID: questo dato è inferiore alla stima dell’eccesso di mortalità calcolato tramite gli uffici anagrafe (4.500 morti come pubblicato da L’Eco di Bergamo). La differenza può essere attribuita alla  minore presenza nel campione esaminato di MMG della Val Seriana.
  • La letalità (deceduti/casi) calcolata su questo campione è dello 0,7% al di sotto dei 65 anni, e del 16,5% negli infra e ultra 65enni, con una media del 5,6%.

Valutazioni  conclusive
Questo studio, rapido e non purissimo dal punto di vista metodologico, porta per la prima volta un contributo alla quantificazione dell’infezione. Ci auguriamo possa essere replicato anche in altre aree geografiche con in indagini anche più robuste e affidabili.

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